La felicità è nelle piccole cose

La felicità è nelle piccole cose

E chi lo avrebbe mai detto?

Dopo una ricerca estenuante della felicità ci rendiamo conto che è tutto qui.

È nel qui ed ora!

Ora che stai leggendo puoi percepire la tua immensa felicità.

E pensare che nelle tue belle letture passate la cercavi a tutti i costi questa felicità, ma non voleva arrivare, ti illudevi a volte e poi puntualmente ricadevi nel baratro. Insomma un gioco interessante a quanto pare, una danza che si ripete nel corso di tutta la nostra vita. E nella ripetizione molte cose avrai appreso. Per esempio avrai capito che la ricerca della felicità parte da te, parte da un tuo bisogno probabilmente. Parte dall’urgenza di risollevarti, di vedere la luce ancora una volta, di trovare lo spiraglio, di “abbandonarti” alla speranza.

Come spesso si dice: la speranza è l’ultima a morire.

E concordo su questo: la tua speranza di rivedere la luce dovrebbe essere dura a morire. La speranza in fondo è la vita stessa, la speranza di rimanere vivo, di cogliere la bellezza della vita. Tutto ruota intorno a questo atteggiamento nei confronti del nostro destino. Dire che si tratta di un atteggiamento positivo forse sarebbe riduttivo, lo vedrei più come un atteggiamento onnicomprensivo, un atteggiamento che comprende il tutto per cogliere il piccolo.

E non mi sembra assolutamente di azzardare se provo a dire – e lo voglio fare con fermezza – che la felicità è nelle piccole cose. Certo è che se riusciamo ad apprezzare il “piccolo” il discorso cambierebbe non poco. E basterebbe davvero poco per sentirci sereni e in pace con noi stessi. Ciò andrebbe sì in contrasto con la ricerca frenetica del brivido, del piacere, dell’orgasmo. Ma ben venga il contrasto se poi il grande fuoco finirà sempre con lo spegnersi, con l’affievolirsi, con il ridursi al nulla. E nel nulla sentiamo di aver fallito, di non aver capito ancora una volta, di non aver compreso cosa ci rende davvero felici.

A questo punto, entra con impeto la speranza di ribaltare la situazione, di rivalutare il “piccolo” che questa volta prevale sul grande.

Andrea De Nuccio